Birre

Birra Peroni è da 170 anni legata a doppio filo alla storia del nostro Paese, una storia fatta di qualità, sostenibilità, tradizione, passione e talento che ha conquistato il mondo.

Presente in Italia con tre stabilimenti produttivi – Roma, Bari e Padova – e una Malteria, la Saplo di Pomezia, Birra Peroni opera con una produzione annua di birra che ammonta a 5 milioni di ettolitri, oltre 1 milione dei quali viene esportato.

Il visitatore che percorre la stupenda conca meranese contempla la bellezza unica di un luogo dove la natura si sposa con la sapiente mano dell’uomo, creando una rara armonia.

Appena lasciata Merano in direzione della Val Venosta, sarà attirato da un complesso di costruzioni armoniose, decorate con garbo e molto buon gusto, quasi a volersi fondere con la rigogliosa natura circostante. E chi colto da curiosità si chiedesse il nome di questo “villaggio”, perché tale appare a prima vista, si sentirà rispondere “E’ la FORST”, così semplicemente. Non “fabbrica di birra”, non “birreria”, bensì “FORST”, il nome legato indissolubilmente a questa terra, simbolo di tradizione e amore per la natura, ma anche di lavoro volto a mantenere sempre altissima la qualità dei suoi prodotti. L’equilibrio perfetto tra tradizione e modernità che si completano a vicenda: questo il concetto guida dell’azienda FORST.

Il birrificio Baladin nasce come brewpub (produzione e mescita diretta) nel 1996 a Piozzo, piccolo paese nelle Langhe in provincia di Cuneo, per opera del suo fondatore e mastro birraio Teo Musso.

Il primo impianto, autoprodotto in Belgio da Teo con l’amico Jean-Luis Dits della Brasserie à Vapeur (Pipaix – Belgio) e installato in un garage “occupato” quasi abusivamente a fianco della birreria, era stato realizzato utilizzando delle vasche per la lavorazione del latte.

La birra è una derrata alimentare e come tale deve essere trattata, da chi la produce e da chi la vende:
Attenzione quindi alle normative di trattamento, all’ HACCP, alla conservazione e manipolazione, dal magazzino al trasporto, al punto di consumo.
Un prodotto di qualita’ viene riconosciuto dal consumatore per i suoi aspetti organolettici costanti: gusto, aroma, acidità, amarezza, contenuto di CO2, colore.

La schiuma, le diverse tecniche di spillatura, il bicchiere, la temperatura e molti altri fattori permettono di assaporare il gusto di una birra così come pensato dal Mastro Birraio; in questo modo non solo si va ad esaltarne il gusto e preservarne le proprietà organolettiche, ma si fa rivivere la storia e le origini della birra stessa.

Servire una birra, sia essa in fusti, bottiglie o lattine, non è quindi un’azione scontata: esiste una ritualità ben precisa e codificata nel tempo. Conoscerla e rispettarla è garanzia di qualità!

La storia della Birreria Dinkelacker – Schwaben Bräu parla di uno sviluppo progressivo, iniziato nel 1878 con la fondazione della Schwaben Bräu, proseguito con la creazione della Dinkelacker nel 1888, e con l’acquisizione nel 1977 della Sanwald, specializzata nelle birre di frumento e fondata nel 1903.
Nel 1996 la fusione delle due grandi fabbriche di Stoccarda genera Dinkelacker – Schwaben Bräu.
Interessante il fatto che, dopo essere entrata a far parte di Interbrew (oggi AbInbev) dal 2004 al 2006, Dinkelacker – Schwaben Bräu nel 2007 ritorna ad essere privata e indipendente, riacquistata da Wolfgang Dinkelacker, pronipote del fondatore; un chiaro e forte segnale di volontà imprenditoriale, decisamente orientato all’indipendenza.

Qualità, tradizione e cultura sono la forza di Birra Menabrea. Una birra d´èlite basata sul concetto di fatto-a-mano e che da 170 anni continua a raccogliere premi internazionali. Riconoscenze che sono rintracciabili nella qualità delle acque biellesi, nella scelta del luppolo, del ceppo di lieviti, del malto e sicuramente nell´amore che gli uomini, dal mastro birraio a chi si occupa degli altri processi di produzione, vi dedicano e vi hanno sempre dedicato.

Nato come birrificio belga nel 1686, oggi Palm rappresenta un gruppo brassicolo che detiene altri marchi presenti nella regione delle Fiandre. Solamente nel 2014 ha cambiato il suo nome in Palm Belgian Craft Brewers, una nuova etichetta che intende valorizzare e comunicare in primis il concetto di ‘artigianale’. Certo è che, se andiamo ad analizzare il milione di ettolitri  prodotti e i 53 milioni di euro ricavati dalla vendita, può sembrare strano si stia parlando di birrifici artigianali.

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